Il tema delle Unioni Civili in Italia è in questi giorni tornato di stretta
attualità: vuoi perché, in materia, si allarga sempre di più lo “spread” di civiltà
tra noi e il resto dell’Europa, vuoi perché il Premier Renzi
ha indicato nelle Unioni Civili una delle priorità del governo. E in effetti, è
in dirittura d’arrivo, in commissione giustizia del Senato, l’iter di un
disegno di legge (relatrice, Sen. Monica Cirinnà –PD) che dovrebbe approdare in
aula (sempre del Senato) già in Primavera. Il DDL Cirinnà dovrebbe finalmente
colmare il gap legale, giuridico e politico che ha impedito all’Italia di
dotarsi di una legislazione moderna in ambito di diritti civili. Ne abbiamo
discusso assieme al Sen. Sergio Lo Giudice (PD), storico esponente di Arcigay e
da sempre impegnato nelle battaglie per i diritti della comunità LGBTI.
E’ notizia della settimana scorsa che il parlamento sloveno ha esteso le prerogative
matrimoniali anche alle coppie dello stesso sesso, aprendo il via, di fatto al
matrimonio omosessuale in quel paese. E’ il 14° paese in Europa ad aver
intrapreso questo passo. E sono 21 (su 28) i paesi membri dell’UE in cui esiste una legislazione
che riconosce e tutela anche le coppie omosessuali. E in Italia?
In Italia purtroppo si sta scegliendo di non perseguire quella strada che
appunto è stata intrapresa da gran parte dei paesi europei, cioè l’estensione
del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso… Si è invece scelto un
istituto giuridico aggiuntivo come quello delle unioni civili presente oramai
in pochissimi paesi europei come la Germania -per cui si parla di modello
tedesco (e qui apro una parentesi: in Germania non c’è il matrimonio perché da
molti anni non vince il centro-sinistra; ma l’SPD avrebbe nel suo programma di
governo il matrimonio gay). Noi stiamo discutendo in commissione giustizia del Senato
una proposta che appunto istituisce un nuovo istituto giuridico, quello delle
unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Si tratta del ddl Cirinnà, in cosa consiste?
Il testo base Cirinnà è la sintesi di una quindicina di proposte di legge differenti
- purtroppo non la mia: io avevo presentato una proposta di estensione del
matrimonio civile alle coppie omosessuali. Di fatto riprende quella che è la
legge tedesca (non nella sua prima,
originaria formulazione, cambiata più
volte sia dalla Corte di Giustizia Europea sia dalla Corte Costituzionale
Tedesca) che estende tutti i diritti previsti dal matrimonio anche alle unioni
civili, con un’unica eccezione: le adozioni. Prevede però la possibilità del
riconoscimento del secondo genitore, cioè dell’adozione del figlio del partner
nel caso appunto di coppie dello stesso sesso che abbiano costituito una
famiglia omogenitoriale, quindi che vivono con dei bambini.
La cosiddetta Stepchild Adoption…
Sì, anche se noi preferiamo chiamarla riconoscimento della responsabilità
genitoriale: riconoscimento del secondo genitore, che così com’è inquadrata nel
nostro ordinamento attuale sarebbe tecnicamente un’adozione in casi particolari.
Si tratta di riconoscere una genitorialità che è nei fatti.
Quali sono i tempi per l’iter della legge?
Siamo già in fase avanzata di discussione in commissione giustizia del Senato,
dove abbiamo concluso un ciclo di audizioni conoscitive a seguito delle quali la proposta sarà oggetto di alcune piccole
modifiche tecniche che saranno depositate in commissione giovedì prossimo (19
Marzo). Quindi saremmo pronti entro Aprile a consegnare al Senato una proposta
già discussa ed emendata, pronta per la fase d’aula che naturalmente prevederà
una nuova discussione e una nuova fase di emendamenti. Da lì il voto dei
senatori per poi approdare alla Camera dei Deputati per l’approvazione,
speriamo definitiva.
Altrove, il tema delle unioni civili rappresenta spesso un ambito di
convergenza bi-partisan, dove destra e sinistra a volte si contendono lo status
di difensori dei diritti civili. Perché in Italia c’è tutt’ora una forte
polarizzazione ideologica sul tema dei diritti LGBTI?
In Italia scontiamo un arretramento della discussione pubblica su questi
temi -per altro trasversale alle forze politiche- che è all’origine del nostro
ritardo. E’ vero che, se da un lato si assiste a una polarizzazione che in una
certa misura si è vista pure in altri paesi europei -penso alla Francia e alla
Spagna- è anche vero che ci sono interessanti aperture da parte, ad esempio, di
alcuni settori più laici di Forza Italia. Così come, non dobbiamo nasconderci,
ci sono delle resistenze culturali e ideologiche anche nell’alveo del
centrosinistra. Quindi si tratterà di costruire una maggioranza parlamentare
che al di là delle maggioranze che sostengono il governo – e io dico anche al
di la delle singole appartenenze di
partito- possa recepire un’istanza di diritto che proviene dalla società.
Tu credi che anche il mondo cattolico stia attraversando una fase di cambiamento –sto pensando per esempio
a certe posizioni che da alcuni vengono considerate progressiste dello stesso Pontefice,
su questo ed altri temi….
Quando si parla di mondo cattolico si parla di una realtà veramente molto
composita. All’interno del Parlamento ci sono cattolici molto ben disposti sul
tema dei diritti civili - alcuni addirittura pronti a concedere la piena
equiparazione o l’estensione del matrimonio pure alle coppie dello stesso sesso…
Ci sono poi altri che hanno posizioni
più timorose e più prudenti. In particolare il nostro problema in questo senso
è che abbiamo un partito –come il Nuovo Centro Destra (NCD)- che raccoglie
quella fascia, quell’area del mondo cattolico che oggi si trova in rotta di
collisione con le innovazioni portate avanti da Papa Francesco . Penso a tutto
il mondo di Comunione e Liberazione (che di fatto rappresenta una delle anime
forti del NCD) che è presente sia all’interno delle dinamiche vaticane sia
nelle dinamiche sociali e che rappresenta un’opposizione, una conservazione rispetto
le aperture di Papa Francesco. Aperture che evidentemente non sono tali sul
piano dottrinale: si tratta di un maggiore spirito di accettazione, di
apertura, di tolleranza, a cui però i vari Alfano, Giovanardi, Formigoni, Lupi
sono del tutto estranei.
Non solo tra i
banchi del Parlamento. Recentemente il Cardinal Bagnasco si è scagliato contro dei
volumetti pubblicati in collaborazione con l’Ufficio Nazionale
Anti-Discriminazioni Razziali e proposti ad alcune scuole nell’ambito del
progetto “Educare alla diversità nelle scuole”,
in cui si parla –tra l’altro- di la lotta al bullismo omofobico..
Anche in questo caso faccio fatica a usare il termine cattolico,
che rappresenta un contenitore molto più ampio di quello che sono le frange di
estremisti che stanno portando avanti queste battaglie. Noi abbiamo avuto in
audizione sulle unioni civili (le audizioni in commissione giustizia Senato
sul ddl Cirinnà, n.d.a.) una passerella di associazioni pesantemente omofobe, pesantemente tradizionaliste, fortemente integraliste (dai comitati
per il sì alla famiglia, alle sentinelle in piedi, ai giuristi per la vita). Sono
le stesse organizzazioni che animano i presidi di piazza contro la legge
anti-omofobia, concepita come parte della battaglia contro quella che loro chiamano
l’ideologia del gender: una costruzione ideologica a loro uso e consumo.
Si tratta (la c.d. ideologia del gender) di un “contenitore” che loro hanno
presentato come il peggiore dei mali, mettendovi dentro l’argomento della
differenza di genere posto e costruito dal movimento femminista; la questione
del rispetto dei diversi orientamenti sessuali -e quindi gli interventi nelle
scuole per ridurre il pregiudizio, l’omofobia,
la stigmatizzazione sociale-; il tema del “transgenderismo”, e quindi del
cambio di sesso e di appartenenza al nuovo genere… temi che sembravano
acquisiti. Basti pensare che il cambio di sesso -e quindi un percorso fondato
sul principio che può non esistere un’aderenza fra il sesso biologico e il
genere a cui ci si sente di appartenere- è una legge del 1982 votata durante un
periodo di governo della Democrazia Cristiana. Oggi c’è una fortissima reazione
su questi temi -che io penso sia minoritaria nel paese –ma che nell’attuale complicata situazione politica si
trasforma in un potere di interdizione del NCD nel rallentare, tra l’altro, l’attuazione
della strategia LGBTI, cioè a dire un preciso percorso di interventi, anche
all’interno delle scuole, su cui il governo italiano ha assunto degli impegni
europei.
A proposito di questa strategia…Dal 2013 il governo ha varato una strategia nazionale per laprevenzione e il contrasto delle discriminazioni basatesull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, adottato sotto
l’impulso del Consiglio d’Europa. Ma a parte qualche pubblicità progresso non
vedo come questa strategia si sia trasformata in qualcosa di più efficace...
In Senato abbiamo
fatto notare una serie di carenze al governo, sollecitandolo anche con delle interrogazioni
parlamentari. La prima è che negli
accordi di programma tra il governo italiano e l’Unione Europea in merito
all’utilizzo dei fondi strutturali sono scomparse le voci che prevedevano il
finanziamento di campagne legate al contrasto delle discriminazioni sulla base
dell’orientamento sessuale e di genere. Ci è stato risposto che al di là delle articolazioni tecniche dei progetti e
alle relative richieste di finanziamenti il governo intende intervenire su questo fronte.
Abbiamo fatto notare i ritardi che ci sono nell’attuazione della strategia
LGBTI nella scuola come il blocco dei volumetti prodotti dall’Istituto Beck, la
sospensione e poi la modificazione dell’attività di formazione rivolta ai
dirigenti apicali del ministero…la strategia sta andando avanti: l’UNAR
(Ufficio Nazionale anti-Discriminazioni Razziali) che ha il compito di gestirla
ci sta lavorando. Il governo su questo tema non è fermo ma sta andando molto lentamente.
Insieme a un gruppo di Senatori, non solo del PD, stiamo continuando a chiedere
al Premier Renzi di istituire un Ministro delle Pari Opportunità, visto che
questo dicastero non ha un titolare. Ci si augura che magari su impulso della
discussione sulle unioni civili rinasca una dinamicità anche su questi temi che
invece hanno avuto un forte rallentamento.
Spesso la giurisprudenza italiana si è dimostrata più avanti della politica
stessa, in alcuni casi riempiendo un vacuum legislativo (penso alla pronunciazione della Corte Costituzionale sul non annullamento del matrimonio
quando uno dei sue sposi ha cambiato sesso) e sollecitando il Parlamento a interventi
normativi ( la sentenza della Corte di Cassazione – 4184 del Marzo 2012 per cui i diritti di coppie omosessuali devono essere
omologati a quelle delle coppie sposate, sollecitando il parlamento a colmare
al più presto tale lacuna).
Quando ci si lamenta, da parte politica, di un’invasione di campo della
magistratura non si tiene conto che la giurisprudenza non ammette vuoti. Per
cui se su un punto specifico non c’è una norma organica la sentenza va fatta a
partire dalle norme che ci sono. Dato che oggi le norme non sono più solo
quelle italiane ma anche quelle di diritto comunitario (direttive europee,
sentenze della corte di giustizia europea) ecco che allora la politica italiana
si trova di fronte a delle sentenze impreviste. E’ stata imprevista la sentenza
della Corte di Cassazione che chiedeva appunto una legge sulle unioni civili; è
stata imprevista la sentenza 170/2014 che ha dichiarato incostituzionale la
legge sul cambio di sesso laddove impone lo scioglimento del matrimonio; è
stata imprevista la sentenza del Tribunale dei minori del luglio scorso 2014 di
Roma che ha riconosciuto la doppia genitorialità di una coppia lesbica nei
confronti di una bambina e via dicendo. Ma sono tutti temi su cui o il
parlamento legifera oppure comunque delle
decisioni devono essere prese al più presto… Sta ora al Parlamento decidere di
dare a queste istanze una regolamentazione normativa. Con la proposta di legge
sulle unioni civili c’è l’intenzione di dare una risposta chiara laddove il
potere legislativo è stato richiamato. Si risponderà così alla Corte di
Cassazione attraverso l’adozione di una legge sulle unioni civili; alla Corte Costituzionale, per ciò che attiene
la questione del divorzio precedentemente imposto alle coppie transgender -prevedendo
che il matrimonio tra persone di cui una abbia cambiato sesso venga trasformata
in unione civile. Verrà affrontato il tema
della trascrizione dei matrimoni contratti all'estero attraverso il recepimento
di queste come unioni civili, applicando a quei matrimoni i diritti e i doveri
previsti per le unioni civili nel nostro paese. Si risponderà altresì alla
questione dell’omogenitorialità, prevedendo il riconoscimento del secondo
genitore. Credo ci sia la consapevolezza da parte del parlamento che o si approva
una legge organica oppure si prende quello che le sentenze stabiliscono. Da un
certo punto di vista le corti hanno rappresentato un avanzamento sul tema dei diritti.
Credo però sia doveroso che il Parlamento renda organiche queste riforme anche per
dare certezza e uniformità al diritto dalla Val d’Aosta alla Sicilia, a tutte le
italiane e gli italiani.
Parlando di un’altra importante legge tutt’ora in discussione in
Parlamento, quella contro l’omofobia, molto invocata e molto dibattuta- si ha
la sensazione che la montagna abbia partorito un topolino. La legge Scalfarotto
è stata infatti molto emendata e non persegue quelle condotte intraprese da
parte di organizzazioni religiose/politiche e associative. Non pensi che questa
legge, se approvata così com’è, verrà svuotata
della sua efficacia?
E’ una legge che si trova in questo momento in una situazione un po’ “sfortunata”,
nel senso che sarebbe un’ottima legge se non fosse per quell’articolo 3bis che sancisce
una sorta di eccezione per le organizzazioni religiose. Questo articolo mirava
ad affrontare il tema delicatissimo del rapporto tra la repressione dei crimini
di odio e la tutela della libertà di espressione attraverso delle deroghe per
chi sta nelle organizzazioni: un modo irrazionale che rischia di minare
l’impianto dell’intera legge. Quella legge, approvata da una risicata
maggioranza alla camera è arrivata in Senato e in questo momento il testo non
ha nessuna maggioranza. Nel senso che
così com'è una tale legge non sarebbe approvata né da una maggioranza
parlamentare progressista (per esempio PD, SEL, M5S) a causa di quell’articolo
3 bis, né da una maggioranza di centro-destra giacché NCD e FI non lo hanno
votato nemmeno alla Camera. Di fatto è in questo momento “parcheggiata” in
attesa anche che si affronti il tema che intanto è arrivato in dirittura di
arrivo che è quello delle Unioni Civili. Io mi auguro che noi possiamo
approvare entro la primavera qui in Senato la legge sule unioni civili,
licenziarla per la Camera dei Deputati e riprendere subito in mano la legge
sull’omofobia, modificando quello che c’è da modificare per poi mandarla in
aula per l’approvazione.
Questo però non sembra presagire bene per la legge sulle Unioni Civili se
già per quella sull’omofobia ci sono state tanti e tali resistenze in sede di
votazione…
Sicuramente è così, però sia sulle unioni civili che anche sull’omofobia
una maggioranza trasversale in aula c’è. Quel testo (quello sull’omofobia) non
è arrivato ancora in aula; se vi arrivasse -attraverso le opportune modifiche-
una maggioranza la troverebbe. Così come io sono convinto che si sarà una
maggioranza disponibile ad approvare un testo sulle unioni civili come noi le
stiamo pensando, cioè un istituto alternativo al matrimonio, che si distingua da
quest’ultimo solo per la diversità dell’Istituto, per il nome e per la mancanza
della cosiddetta adozione legittimante, cioè la possibilità di adottare dei
bambini estranei alla famiglia.
Il 9 Marzo scorso
il Tar del Lazio ha ribadito quanto molti già sapevano: cioè che la decisione
imposta dal Ministro Alfano ai prefetti di cancellare il registro dei matrimoni
gay contratti all’estero e voluto da alcuni sindaci Italiani, è un atto
illegittimo. Come pensi che continuerà questo braccio di ferro tra il Ministero
degli Interni e i sindaci italiani…
Io credo che Alfano
continuerà per quanto possibile a portare avanti la sua crociata anti-gay anche
perché il suo partito è in forte crisi, non è riuscito a sfondare, si ferma nei
sondaggi attorno e a volte sotto al 3% . Alfano sta quindi puntando tutto su
uno zoccolo duro di elettorato che è quello di cui parlavamo prima, cioè un
elettorato catto-integralista che riconosce in quel partito la difesa di una
serie di valori tradizionali. C’è però di buono che, rispetto alla questione
delle unioni civili , sia Alfano che Sacconi hanno chiarito un passaggio: non
interessa loro trovare una sintesi tra forze di governo, quindi una mediazione
col PD, ad esempio, per una legge che possa in qualche modo andar bene a tutti.
Ciò sarebbe stato infatti uno scenario da incubo, nel senso che una mediazione
col NCD avrebbe significato un abbattimento del livello della discussione sui
diritti compresi nell’istituto di cui stiamo parlando. Loro hanno detto che
accettano il fatto che su questi temi non ci sia vincolo di maggioranza o di
governo e che i partiti possano liberamente decidere le loro posizioni e votare
liberamente in aula. Questo libera anche il PD da un vincolo di maggioranza e
ci consente di trovare delle maggioranze direttamente in aula.
Credi che ci
saranno altri sindaci che seguiranno le orme di quelli di Milano, Roma, Bologna
(per citare gli ultimi) istituendo dei
registri delle unioni civili ?
Forse sì: è vero
che il grosso delle coppie che si sono sposate all’estero ha già presentato
domanda ai comuni e quasi tutti hanno trovato un atteggiamento favorevole da
parte dei sindaci. Sono dei segnali di notevole apertura da parte delle
amministrazioni che le hanno adottate e riflettono una più generale apertura
della società di oggi verso temi importanti come quello dei matrimoni
omosessuali…Si tratta di iniziative che adesso debbono trovare uno sbocco
finale in una legge e mi auguro che le prossime novità positive non provengano
dai comuni o dai tribunali ma dalle aule del parlamento.
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